Stasera. Che sera.

Stasera. Che sera.
Mi sento come catapultata dentro uno shaker-navicella spaziale e spedita, a velocità supersonica, nello spazio.
Destinazione, l'infinito.
Solo che non mi ci trovo dentro. E' solo una sensazione.
Peccato, perchè almeno avrei osservato cose mai, o quasi mai, viste. E penserei a quelle.
Anzichè arrovellarmi quei pochi neuroni rimasti con problematiche di cui non posso sapere la risoluzione.
O forse sì, già la so. Ma non voglio vederla.
Il Nepente di Oliena mi agevola in questa corsa verso il niente.
Il fatto è che mi sento in trappola.
E la trappola sono io.
L'Amore (con la A maiuscola) è sempre stata la mia bandiera. La lingua che universalmente ho parlato, parlo e continuerò a parlare con tutti, amebe, vegetali, animali, conoscenti, amici, amori, parenti, sangue del tuo sangue (a pensarci la persona che ho più bistrattato è la sottoscritta, un po' autolesionista).
Comunque, poi, Bang.. lo spazio, il vuoto.
E' possibile che la persona che dico di amare mi accusi di considerarla un gadget dei tanti della mia vita?
A me piaceva l'Ispettore Gadget, ma non ritengo sia rilevante.
Possibile che mi accusi di non sentire ciò che provo (per lui) se mi allontano da lui?
O meglio, possibile che tutti questi discorsi mi facciano capire che l'incomunicabilità tra gli esseri (= la forma) possa abbattere ed abbrutire la sostanza?
No...
Zelda rimane della sua idea. La sostanza, in amore, ovvero l'Amore stesso, trascende qualsiasi modo di comunicazione.
E che le cose vadano, come è giusto che sia, but, please, let me The Waltz...
ZF
debuttante
P.S.
Avevi ragione tu (chi? Lui lo sa): quando piove, ed è inverno fuori e dentro, piove sempre sul bagnato.
Bentornato....mi hai ispirato!
P.P.S.
pure in rima... Che le danze abbiano inizio......................................................................................................................................................................................................................................................